Inaugurazione affollata e mostra prorogata fino al 10 dicembre su appuntamento

La voce del cuore incanto , Galleria Apollina , Via Bertoloni 45, Roma

L’intento è reagire alla crisi culturale in corso

Il sistema culturale italiano sta attraversando un periodo di evidente rallentamento. Nonostante nel 2025 si sia registrata una crescita dell’1,8% rispetto al 2022, il dato rimane modesto se confrontato con il +9% dell’aumento generale delle erogazioni. A fine dicembre 2024, l’Istituto Italiano per l’Industria Culturale ha censito solamente 3.014 festival culturali attivi sul territorio nazionale, confermando la frammentazione del settore e le sue difficoltà strutturali.

In questo scenario complesso si distinguono progetti capaci di proporre nuovi modelli esperienziali attraverso la multidisciplinarietà. Tra questi La voce del cuore incanto, inaugurato il 15 novembre presso lo Spazio arte e salotto culturale – Galleria Apollina di Pietro Jovane (via Bertoloni 45, gallerista Francesco Maria Toro). L’evento, che ha registrato un notevole successo di pubblico, ha unito cinema, musica e arti visive in un format inedito. “Stiamo vivendo una fase delicata per la cultura italiana, in cui le proposte tradizionali faticano a trovare spazio”, spiegava l’organizzatore Fabio Polsinelli. “Il mio obiettivo è far dialogare cinema, letteratura, canzoni, musica e arte visiva.”

La serata ha offerto un esempio concreto di come il settore stia cercando nuovi percorsi per superare le difficoltà attuali. Al centro dell’appuntamento è stato presentato un film documentario diretto da Thomas Torelli e dedicato ad Alfredo Rapetti Mogol, figura di rilievo della musica italiana: “È un gesto di gratitudine, un omaggio a Rapetti per mettere in luce una sua passione meno conosciuta”, racconta Polsinelli. “Nei brani firma come Cheope, ma il suo nome ufficiale rimane Mogol.”

La formula interdisciplinare dell’evento riflette una tendenza emergente nel panorama culturale italiano. Nel 2025, infatti, solo il 5,33% delle risorse è destinato a progetti multidisciplinari e speciali, mentre il teatro assorbe il 21,39% e la musica il 19,23%. Una disparità che mostra quanto il settore sia ancora ancorato a modelli tradizionali, mentre iniziative come quella di Polsinelli rappresentano l’avanguardia.

Alla serata è intervenuto anche il professor Francesco Gallo Mazzeo, presente sia con un contributo critico alla mostra sia all’interno del documentario: “Il professore interviene come critico d’arte nell’esposizione e nel film commenta canzoni e musica”, aveva anticipato l’organizzatore. Il progetto arriva in un momento particolare, in cui la canzone di Fiorella Mannoia per la campagna Enel—scritta proprio da Alfredo Rapetti Mogol—ha riportato l’attenzione su questa figura artistica.

L’iniziativa trae origine da un libro di Polsinelli, divenuto poi il nucleo di un progetto cinematografico più ampio: “Per me è la realizzazione di un sogno che si sta concretizzando,” confida. “Tutto questo nasce dal desiderio di far diventare quel libro un film.” Un percorso, questo, che offre uno spunto interessante su come ripensare la filiera culturale, trasformando un contenuto editoriale in un’esperienza filmica e multidisciplinare.

La mostra, inaugurata contestualmente all’evento e dedicata alle opere di Alfredo Rapetti Mogol, rimarrà visitabile fino al 10 dicembre su appuntamento, confermando la volontà di valorizzare il dialogo tra arti diverse. Durante la serata sono state inoltre registrate interviste che confluiranno nel documentario, creando un ponte virtuoso tra esperienza dal vivo e produzione audiovisiva.

Progetti di questo tipo potrebbero rappresentare una risposta concreta alle criticità del panorama culturale italiano. Integrare cinema, arte, musica e letteratura in un’unica proposta significa infatti offrire al pubblico un’esperienza più ricca e coinvolgente, capace di attrarre pubblici diversi e di riaccendere l’attenzione mediatica.