/ Feb 23, 2025

[Crudelia]

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ADRIAN SUTTON 

INCONTRA IL GALLERISTA  
Una vibrante intervista con ADRIAN Sutton , uno dei Galleristi più innovativi e coraggiosi del panorama artistico contemporanea, getta luce sull’ attuale situazione del mercato dell’arte e sulle sue possibili evoluzioni e necessità future. 


Adrian Sutton, Portrait, Photo Linda Senya

M.M. : Come nasce in te il desiderio di aprire una Galleria d’Arte e di trasformare il tuo amore per l’arte contemporanea in una attività non solo di mercato , ma anche di ricerca culturale ? Hai frequentato l’Istituto Sotheby….mi puoi raccontare di più di questa esperienza?

A.S. : Dopo essermi laureato in Storia dell’arte all’Università , ho conseguito il Diploma di specializzazione all’ Istituto Sotheby’s di Londra  ; all’epoca era consuetudine per chi volesse intraprendere una carrier nel mondo dell’arte , frequentare Sotheby’s anche come stagista interno . Perciò ho iniziato a collaborare come stagista nel Dipartimento Impressionismo e Arte Moderna di Sotheby’s, che all’epoca era Il Dipartimento più importante  della Casa d’Aste.  Nel 1977 sono uscito da Sotheby’s ed ho ottenuto il mio primo lavoro in una Galleria d’Arta , che in seguito diventerà  nel 2002  Haunch of Venison . Ho collaborato attivamente alla creazione di Haunch of Venison , che all’epoca divenne una Galleria molto importante ,  rappresentavamo artisti importanti , e ho collaborato con la stessa persona  fino al 2020, quando ho deciso di aprire il mio spazio per l’arte contemporanea.  Ho aperto la mia prima Galleria , un mese prima che intervenissero le restrizioni per il Covid , all’epoca il mercato era fiorente  ,  il business estremamente buono, ma a seguito delle restrizioni la sfida divenne , non solo vendere e sostenere il mercato ma soprattuto come svolgere attività espositiva con gli artisti ,  essendo impossibilitati a muoverci dalle nostre abitazioni. Perciò intorno al 2021 , nel bel mezzo del COVID LOCKDOWN , ho aperto uno dei primi spazi espositivi virtuali per l’arte Contemporanea, VSPACES,.in seguito adottati da altre gallerie. Nel mio  VSPACE ho aperto una stanza  nella quale  esponevo una sola opera d’arte per mostra , ed era una mostra a tutti gli effetti; un nuovo lavoro veniva realizzato per la mostra … con il mio VSPACE  ho realizzato eventi durante il periodo COVID , quando il LOCKDOWN finì ho iniziato a cercare uno spazio fisico , in quella circostanza ho scelto Parigi e Bruxelles.

M.M : Che cosa ne pensi della critica d’arte contemporanea? Credi che il Critico d’arte sia necessario al fine di costruire una collezione d’arte seria e solida  ? E’ importante per una Galleria d’Arte, per il mercato dell’arte, avere una linea estetica definita da un critico oppure no ?  

A.S. :  Se comprendo correttamente la tua domanda , qual’è il ruolo della Critica d’Arte e del Critico Curatore e se sono delle figure professionali  ancora valide ? Giusto ? 

MM : Esattamente  

A.S.:  Si assolutamente . Credo che la Critica d’Arte sia indispensabile…se torniamo indietro di decenni al periodo del Post WAR , I critici d’arte erano estremamente importanti , specialmente se scrivevano diciamo dei capolavori dell’Arte Italiana , Old Masters. All’epoca non scrivevano solo in maniera descrittiva di ciò che vedevano  , ma attraversavano un processo di scoperta intellettuale , rivelando al mondo alcuni pezzi sui quali nessuno aveva mai scritto in epoca moderna.  Avevamo delle riviste come Apollo Art Magazine o Burlington art magazine,  che rappresentavano una risorsa globale per i critici e per le persone che erano interessate . I collezionisti Americani , tedeschi ed in genere del Nord Europa, erano veramente molto attenti , conoscevano tutto sull’opera o sull’artista che intendevano acquistare : attraverso le riviste a disposizione , diventavano essi stessi dei critici d’arte , poiché leggevano, si informavano ed acquisivano conoscenze specifiche su ciò che andavano ad acquistare per la loro collezione . Quel genere di collezionista è esistito fino alla fine degli anni ’90 : dal 2000 in poi, il mercato è stato sollecitato solo da una prospettiva d’investimento economico, lasciando a latere la questione culturale, il valore estetico e critico , in conseguenza il ruolo della critica d’arta è passato in secondo piano, la gente legge di meno. Quando contatti  un’agenzia di PR , in veste di gallerista per promuovere le mostre ,  ti propongono di postare  qualcosa sui social ..questo perché nell’attuale contesto culturale l’attenzione è di pochi secondi, ..devi scrivere solo un paio di frasi…se scrivi anche solo un paragrafo anche su Instagram quando carichi un’opera,  le agenzie ti dicono che non la leggerà nessuno, nessuno è interessato, lo stesso per i comunicati stampa nella tua galleria, nessuno li legge, quindi per rispondere alla tua domanda, il ruolo del critico d’arte è diventato meno importante. Tuttavia , le cose e le persone devono adattarsi continuamente ; personalmente come Gallerista , ho eliminato la consuetudine di stampare il testo critico che accompagna la mostra su un foglio ;  nel mio spazio di Bruxelles, dove mostro solo un’opera alla volta, metto invece  un testo ingrandito su una parete , e lo uso come se fosse un navigatore Museale. Nei Musei , in ogni stanza principale in cui entri , si trova in genere un testo sulla parete, nel quale si spiega  il periodo delle opere che stai vedendo, e le persone tendono a leggere quel tipo di comunicazione è molto efficace.   La gente che viene alla galleria di Bruxelles, vede il dipinto, legge il testo,  ma se invece hai  un pezzo di carta con un testo lungo nessuno lo leggerà. 

MM: Come selezioni gli artisti  per la tua Galleria d’arte? Lavori sia con artisti affermati che emergenti? Anche se emergente non è proprio un termine appropriato…

AS: Artista emergente è un termine difficile. I miei artisti  non sono emergenti puri nel senso che non sono appena usciti da un’Accademia ;  alcuni sono affermati in moltissimi musei, altri di livello intermedio che non sono così conosciuti, hanno  esposto in alcune gallerie d’arte più piccole in giro per il mondo, ma non hanno raggiunto il pubblico internazionale in modo efficace, anche se la qualità del loro lavoro è davvero altissima.  Poiché ho un lungo pedigree di collezionisti, posso collocare questi artisti in un contesto diverso di fronte a persone diverse e valorizzare adeguatamente, sia a livello di critica che di mercato,   la qualità del lavoro che stanno proponendo. I prezzi sono ovviamente più raggiungibili : tuttavia  lavorare con artisti “emergenti, ” dal punto di vista delle quotazioni di mercato, è certamente complicato, i prezzi si aggirano  sui 10mila-20mila al massimo , il che allarma a volte i collezionisti, che temono di acquistare un oggetto decorativo e non un’opera d’arte. Quindi non sono molto interessato a quel mercato solo per poche eccezioni, tendo a preferire il livello intermedio, vendendo opere importanti che finiranno in grandi collezioni. 

MM: Hai appena aperto nel 2023 un nuovo spazio a Parigi, nel cuore del Marais, e hai questa interessante mostra di Emilija Radojicic, puoi dirmi qualcosa a riguardo? Com’è per un inglese essere a Parigi? È una grande sfida? 

AS: Sono a Parigi dall’ottobre 2023, lo spazio Marais è stato uno spostamento all’interno di Parigi, in una posizione più centrale.  È molto difficile il mercato francese, c’è molta pubblicità su Parigi, è vero, ma è molto guidata dagli eventi, di solito attraverso la Fiera d’arte di ottobre che era Paris Plus e ora è Paris Basel. Al di fuori di questi eventi, penso che il mercato dell’arte contemporanea a Parigi sia relativamente piccolo per me, e penso sia interessante che gallerie importanti come Hauser & Wirth  a Parigi,  quando hanno aperto avevano pianificato di fare solo quattro mostre all’anno in Parigi, il che è abbastanza significativo per uno spazio così importante, ciò dimostra  che non hanno, secondo loro, abbastanza visitatori, con base commerciale, che arrivano da Parigi per sostenere un programma come quello che avresti a Londra o a New York , dove si tengono molte mostre in un anno, anche se hanno lo spazio e l’infrastruttura, sentono chiaramente che quattro mostre in un anno sono sufficienti per quel mercato. Quindi è piuttosto interessante, ho notato che la Galleria Continua, accanto a me a Parigi, ha aperto la mostra Pistoletto nello stesso periodo in cui l’ho fatta io in ottobre, ed  hanno prolungato la mostra fino a metà gennaio, come ho fatto io con la mia mostra.  Questo ti dimostra che a Londra o New York hai la pressione di riempire tutti questi posti mentre a Parigi hai la possibilità di prolungare le mostre. 

Installation view, Emilija Radojicic: Curiosa Continua, 2024-25, Adrian Sutton Gallery, Paris. Courtesy the Artist and Adrian Sutton Gallery. Photo: Margot Montigny.

MM: Come a Roma, più o meno è un mercato lento…

A.S., Sì. Alcune persone sostengono che il mercato di Parigi  sia in piena espansione…che Parigi è  pazzesca…che  c’è tutta questa massa di collezionisti……. Non credo che questo sia vero. Penso che sia un mercato molto più lento e molto più definito.

MM : Come valuti la tua esperienza a Parigi ? 

AS : Ho aperto a Parigi, nell’ottobre 2023,   la stessa settimana in cui Hauser & Wirth  ha aperto il suo nuovo spazio a Parigi.  La stampa di settore francese all’epoca mi indicava tra i galleristi emergenti con il programma più interessante ed infatti , a lungo termine , mi ritengo soddisfatto. Lévy Gorvy, che  aveva aperto a Parigi nello stesso periodo , ottobre 2023, con uno spazio bellissimo, a Dicembre dello stesso anno ..puff … ha chiuso. Ciò è indicativo delle sfide, che  anche  gallerie internazionali ,come Lévy Gorvy , che hanno spazi a Londra, New York devono affrontare , e che spesso non riescono comunque a sostenere come nel caso di Parigi.  

MM. Pensi che il mercato sia indebolito anche a causa  degli NTF?  Sembra che molti collezionisti sono passati dall’arte al veloce mondo del trading o NTF…

AS : Personalmente  non ho alcun interesse per NFT o Bitcoin, che non hanno nulla a che fare con il mondo dell’arte vero e proprio. Certamente gli  NTF svolgono più un ruolo di certificazione ulteriore di autenticità …ma tutto ciò non ha niente a che fare con quello che faccio, e nel momento in cui qualcuno menziona NFT come creazione artistica …, mi dispiace, semplicemente non sono interessato . 

MM. Hai una galleria a Bruxelles, dove hai scelto di esporre solo un’opera..perchè

AS. Quando lavoravo nelle  grandi gallerie, le  blue chip gallery per intenderci , si viveva sempre sotto  pressione di fare mostre enormi.  Mi sono sempre piaciute le presentazioni di un lavoro  solo : se l’opera d’arte  è abbastanza forte e significativa consente , da sola, di comprendere l’intera produzione di un artista . Quando ho iniziato a creare il V Space, una stanza virtuale dedicata a un solo lavoro, ho notato che questa soluzione si stava estendendo a molte gallerie. Massimo De Carlo ha uno spazio unico a Parigi, dove espone una sola opera alla volta. Almine Rech ha un piccolo spazio secondario, la galleria Max Hetzler ha un piccolo spazio per mostrare una sola opera a Parigi e ci sono anche altre città dove ci sono soluzioni simili.  A Bruxelles, ho scelto  un piccolo spazio in un edificio, nel quale vi sono  altre 3 gallerie.  Ho una stanza in questa caratteristica e tipica casa di Bruxelles, solo una stanza con finestra, ed è  sufficiente per esporre un’ opera d’arte con un testo. È una proposta pratica ma è anche un concetto espositivo che personalmente mi piace. Mostrare una sola opera in uno spazio ridotto consente anche di minimizzare i costi . L’intero ecosistema dell’arte, il tradizionale rapporto Gallerista \Artista si è venuto modificando . Il Gallerista non può sopravvivere all’interno del consueto rapporto nel quale  si  dividono  i costi 50-50.  Non sto sminuendo l’importanza dell’artista, ma gli artisti dal loro 50% hanno semplicemente uno studio in affitto, mentre  il gallerista deve farsi carico di tutti i costi, come  lo spazio della Galleria, il personale, le spedizioni, i trasporti, le fiere d’arte…se porti 6 artisti ad una fiera d’arte, la fiera d’arte ti costerà 30mila. 

MM. se sei fortunato………….. possono costare anche più di 100mila!!! 

AS:  Se sei fortunato esatto come Gallerista … devi assumerti tutti i rischi della spedizione , se non vendi qualcosa devi pagare per rispedirlo indietro. È un ecosistema rotto, quindi penso che i galleristi dovrebbero essere più aperti a idee diverse ..ad esempio focalizzarsi sull’esposizione di  una sola opera d’arte eccezionale. È come andare in una cappella di una Chiesa e contemplare l’opera di un grande maestro , a Bruxelles propongo questa situazione  …la possibilità di osservare una sola opera e capire la dimensione estetica dell’artista. Io credo che ,anche nelle mostre con molte opere in esposizione ,  ci saranno sempre solo uno, due o tre dipinti che saranno eccezionali su 10-15 opere .

MM.: Esporre una sola opera secondo mè è un’idea geniale , se c’è interesse nel pubblico per altre opere  si può chiedere….

AS :  Possono chiedere… e, naturalmente, hai accesso allo studio e ad altri dipinti da mostrare alla gente, ma rende la vita molto più semplice spedire solo un’opera.  Parigi è uno spazio più piccolo ed ospita mostre con un numero maggiore di opere,  la sua posizione magica, centrale. 

MM. Le Marais è una buona posizione..!!!  Il tuo programma è davvero molto interessante …ad esempio Emilija Radojicic,…

AS.  Si. Ho accettato  il rischio di mostrare Emilija Radojicic, che è un’artista emergente, con pochissimo nel suo CV.  Io penso che una Galleria che si occupa di cultura e di storia dell’arte debba anche scoprire nuovi talenti, esporsi, mettersi in gioco Sono rimasto affascinato dall’opera di Emilija Radojicic, sia dal fatto che proviene  dalla Serbia,  – una parte interessante del mondo, dalla  sua età, dal suo raffinatissimo  background nel design. Emilija Radojicic crea le sue opere impiegando   la lana serba  ed utilizzando un rarissimo  processo di tessitura a mano. Ho pensato che fosse un processo di lavoro molto autentico. Più difficile da vendere, perché non è un nome, anche se la gente i collezionisti hanno apprezzato molto il suo  lavoro, commercialmente è più difficile perché non è un nome, ma io sono certo che a lungo termine queste opere d’arte daranno i loro risultati e soddisfazioni ai collezionisti che le hanno acquistate. Questo ci riporta a una delle tue altre domande sul mercato, sui collezionisti e sul ruolo di tutto : è vero  a volte i collezionisti comprano cose orribili, solo perché sono quotate…e poi a lungo termine il mercato non riesce a sostenere artisti costruiti a tavolino se non vi è una reale contestualizzazione nella Storia dell’Arte…

MM. Sì, sono d’accordo, ecco perché ti stavo chiedendo della  critica d’arte ….io credo che solo una critica d’arte seria può mettere fine a questo caos… 

AS.  Si hai ragione è auspicabile … Ho appena partecipato alla  Fiera Untitled  a Miami, dove si possono trovare opere d’arte di altissima qualità, sia dal punto di vista concettuale, che storico,  di artisti , venduti per 20 mila euro. Inspiegabilmente , sono opere analoghe a quelle di artisti emergenti che a Basilea costano  100mila e 200mila . Purtroppo  questo è il mercato , questa è la vita, questa è l’economia. Non penso che il mondo dell’arte abbia alcun diritto o privilegio di essere diverso da qualsiasi altra cosa al mondo. È una merce. 

Works by Adéla Janská, Joe Reihsen and Nasan Tur, Adrian Sutton Gallery at Untitled Art Miami Beach 2024. Courtesy the Artists and Adrian Sutton Gallery. 

MM. È il Mercato che è così. Io non credo che l’arte sia una merce, credo che un’opera sia invece un simulacro. È un discorso lungo, sto scrivendo un lungo testo a riguardo. Dagli anni ’60 l’attribuzione di  valore alle opere d’arte è completamente cambiato perché, la qualità dell’opera d’arte non ha più importanza, ciò che conta è l’idea…ed ora nel secolo dell’AI e Post Post Modern c’è una grande confusione su che cosa sia arte …le persone comprano qualcosa perché , dopo 7 mesi o 1 o 2 anni possono rivenderlo e trarne un profitto. Questa è la verità. Ma la speculazione di mercato dal mio punto di vista non può sostituire il valore intrinseco di una vera opera d’arte , che prima o poi sarà comunque rivelato e riconosciuto. 

AS : … e se acquistano per il mercato medio, cioè il mio genere, vogliono qualcosa che sia buono, interessante, molto bello.  Spesso acquistano considerando che l’opera rappresenta un ‘investimento a medio termine. Tornando al ruolo di collezionisti, ci sono persone che acquistano 10/20/30mila pezzi perché sono interessati all’arte e vogliono cose belle per la loro casa, e vogliono qualcosa di decorativo.  Non penso che si preoccupino necessariamente dei valori futuri; vogliono la certezza semplicemente che l’opera sia autentica di un certo artista e che se desiderano rivenderla, probabilmente possono farlo. Quindi  penso che forse esistono ancora collezionisti vecchio stile , ma credo che si pongano sempre la stessa   domanda: quanto varrà?  I collezionisti-mecenati , con l’avvento del pensiero unico , quelli cioè che acquistavano da una base diversa, accademica e di valore storico-estetico-culturale, sono sempre più rari.

MM. Onestamente non sopporto quei collezionisti che acquistano per investimento, per speculare economicamente.   Ho collezionato tutta la mia vita ed ogni volta che ho acquistato un’ opera d’arte è stato perché ero amica dell’artista, avevo instaurato una complicità , un rapporto d’intesa culturale.  Ho acquistato spesso artisti scomodi, ribelli, che avevano quotazioni di mercato modeste all’epoca, ma che in seguito si sono rivelati delle blue chips!!!  Che ne pensi dell’arte africana contemporanea ..vedo che hai  in Galleria ,  Tomiwa Arobieke,  ed altri artisti africani ..una scelta molto interessante…e lungimirante!

AS . Mi interessa dare spazio ad artisti di talento a prescindere dalla provenienza : americani, europei, asiatici per me la sola cosa rilevante è che l’opera sia di qualità.  Ho sempre guardato con interesse all’Arte Africana Contemporanea, e credo sia positivo avere una rappresentazione di un contenuto enorme come l’Africa, che sta producendo artisti davvero grandi : per questo motivo quando  ho iniziato ho selezionato alcuni artisti africani ad esempio, Wole Lagunju che vive nella Carolina del Nord da 30 anni, ma è nigeriano e la sua opera , si basa sulla sua eredità nigeriana.

M.M.  : yes , Wole Lagunju  è davvero un artista molto interessante !!!  

Wole Lagunju, Study of Woman Surmounted by Leopard II, 2022, oil on canvas, 205 x 166 cm / 80.7 x 65.3 inch , Courtesy the Artist and Adrian Sutton Gallery. 

AS: si ,  Wole Lagunju  usa una fantasia di fiori ispirata alla cultura della Nigeria settentrionale,  elementi stilistici che si innestano con l’estetica americana, dove vive : alcune opere che ho venduto erano ispirate alla moda. E’ un ‘artista molto interessante. Non ho nessun… ehm… artista asiatico, per esempio, che mi piacerebbe inserire in Galleria , sono particolarmente interessato agli artisti che lavorano la ceramica, sia  giapponese che coreana, ma non sono riuscito ad  identificare artisti davvero validi da quella parte del mondo con i quali lavorare. Mi piace molto anche Daniel Boyd, e tutta l’arte australiana aborigena contemporanea. Non sto parlando della normale arte aborigena, sto parlando di quella vivente, molto contemporanea, estremamente interessante e potenzialmente un mercato enorme.  Daniel Boyde l’ho contattato prima che passasse  da  Marian Godman,  ma sono stato ignorato. È interessante notare che Daniel Boyd, uno dei migliori, sia stato scelto da un’importante galleria internazionale ed era già rappresentato da una nota galleria in Australia,  ciò  dimostra che  ho fiuto nell’identificare artisti di talento , le future blue chips dell’arte contemporanea. Qualche anno fa abbiamo visto Gagosian,  Pace Wildenstein e David Zwirner scambiarsi  in continuazione gli artisti , tra queste tre gallerie, ovviamente con ricadute molto positive dal punto di vista del mercato !!! 

M.M. : Personalmente ho una grande stima per Gagosian , il lavoro svolto con l’archivio Twombly è eccellente , ma ripeto , dal mio punto di vista bisogna insistere sulla necessità di sottrarre il valore intrinseco dell’opera dal punto di vista culturale  , al mercatoUn’artista acquisisce valore in relazione al messaggio intrinseco che propone,   non perché tre o 4 galleristi , in accordo con curatori , case d’asta,  “collezionisti coccodrillo” ,  ne fanno decollare le quotazioni. La critica d’arte è molto importante : la storia dell’arte è molto importante. 

AS : Il compito di un gallerista non è mai quello di dare per scontato che un artista sia felice solo perché è stato da Gagosian per 10 anni o da Zwirner, o Hauser & Wirth. A volte gli artisti se ne vanno da Gallerie importanti,  poiché non ottengono i risultati desiderati ,sia a livello di mercato,  che a livello d’esposizione culturale.  Contattare un’artista , per una gallerista è sempre molto importante , a prescindere dal suo CV , a volte mi espongo e contatto gli artisti , in prima persona , quando ritengo che un’artista sia di valore , ma la sua posizione in una determinata Galleria non ne valorizza adeguatamente l’opera. .Vale sempre la pena fare un approccio, perché a volte artisti scontenti , lasciano gallerie importanti , che tuttavia non garantiscono i risultati desiderati. 

MM. Almeno l’arte deve essere la terra della libertà, della creatività. Penso ,esattamente come te,  che stipulare un contratto a volte è troppo vincolante e non consente agli artisti di muoversi liberamente, di crescere. 

Grazie Adrian …!!

http://www.adriansuttongallery.com

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Brussels Open Series Presentations , Avenue Van Volxem, 333, 1190 Forest-Brussels, Belgium

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UK office, mailing , Adrian Sutton Founder, adrian@adriansuttongallery.com

1 High Street, Guildford GU1 3AW, United Kingdom

Director : Mathilde Le Coz, mailto : mathilde@adriansuttongallery.com, phone : +33 (0)6 35 60 11 07

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