/ Feb 23, 2025
Il Fluire, inteso come muoversi, scorrere senza interruzione , transitare dalla propria forma originaria ad una diversa, più complessa ed articolata, è uno degli elementi costanti della poetica e dell’estetica di Fathi Hassan. La spiegazione della trasformazione della struttura del linguaggio in un immagine, che si riappropria della capacità comunicative attraverso la destrutturazione di un universo segnico arcaico, che disvela nell’opera d’arte , il suo divenire, è il filo rosso di tutta la produzione di Fathi Hassan.
Ho sempre pensato che non abbiamo bisogno di artisti che realizzino “opere belle” “opere armoniche” “opere piacevoli “, non è interessante nel mondo contemporaneo pensare in termi d’armonia, o di bravi artisti. Il nostro mondo ha bisogno di artisti la cui mente ed il cui pensiero si trasformi continuamente creando opere d’arte, che possano sollecitare un modo diverso di vivere e pensare.
L’opera d’arte come luogo di meditazione e creazione infinita.
Fathi Hassan racchiude nella sua opera questo rarissimo talento di sollecitare , attraverso l’opera, il pensiero,. Al contempo le sue opere, tessono un intricato ed elegante motivo estetico , che ci avvolge dolcemente, piacevolmente, soddisfacendo la nostra fame di bellezza. Una dote rara , che è tipica dei grandi artisti.
I CONTENITORI SAPIENTI
Conosco Fathi Hassan da più di vent’anni ed ho avuto la possibilità di osservare la trasformazione del suo linguaggio artistico , che nei diversi anni , pur conservando un centro narrativo originario di forte impatto visivo, ha trasformato la propria formula espressiva , organizzando la materia stessa del fare arte verso un compimento della forma-simbolica-narrativa innovativa e perciò esteticamente compiuta. Mi ricordo la prima volta che entrai nel suo studio di Fano, al terzo piano di un antico Palazzo nobiliare, dove a metà scala si veniva accolti da una statua di Canova. Conservo una foto che mi scattò proprio Fathi, mentre tenevo in mano due suoi piccoli dipinti su tavola “Carnival Africa”. Sullo sfondo di quella foto, le opere di Fathi, evocative, immense, poetiche. All’epoca stampavo la rivista [Crudelia ?], Fathi mi aveva concesso un’intervista , ed io felicissima avevo deciso di dedicargli la copertina. Fathi Hassan era già famoso , io lo veneravo letteralmente, poiché al di là della fama, ne avevo intuito la straordinaria genialità. Entrare nel suo studio era un’esperienza assoluta e travolgente ; le sue opere , grandi , appoggiate alle pareti, accoglievano con una forza straordinaria. Tele , tavole raffiguranti vasi coloratissimi, volti neri ed oblunghi con il cranio dolicocefalo , ed ancora elefanti,a volte sospesi su fondi monocromi, a volte accompagnati da un intricato catalogo di animali e vegetazione, che spuntavano all’improvviso su un quadro, proprio dove non te lo saresti mai aspettato. Fathi all’epoca dipingeva grandi vasi che decorava con glifi, figure umane o animali, in genere cavallini. Usava la sabbia , frammenti di polvere di vetro luminescente che inseriva in alcuni dettagli delle sue opere per dare forma ai suoni di quell’alfabeto sudanese, che all’epoca ancora non erano ancora diventati elemento strutturale portante dell’opera, ma che erano accennati, in nuce, nelle forme sinuose dei vasi, a volte comparivano in un lato dell’opera.
Contenitori ora dell’anima, ora della memoria ...come non pensare e riandare ai vasi canopi dell’Antico Egitto? I Canopi conservavano le viscere del defunto dalla corruzione della morte, analogamente ma diversamente , i vasi di Fathi Hassan, sono contenitori dell’anima, della memoria, di materiali spirituali , non tangibili. Conservano vibrazioni intangibili , i nostri sogni , la luce,, l’anima. I vasi di Fathi Hassan sono intitolati infatti a volte “Contenitori di Luce” , “Contenitore di Sogni” “Contenitori dell’anima”. C’è qualcosa di magico in questa serie di opere di Fathi Hassan : rappresentano l’archetipo del fluire dell’essere oltre la sua natura fisica , trattenendo nel segno i ricordo della trasformazione della materia in altro da sé. I vasi , raccontano e trascrivano i ricordi in segni .
A volte il motivo della scrittura nubiana , è disegnato sul collo del vaso, a volte sulla fascia inferiore. In queste opere , vi è una transizione, ontologica, il contenitore il vaso, diventa un’immagine bidimensionale , quindi diventa altro da sé pur mantenendo integro il significato nell’oggetto raffigurato. I suoi titoli, in questa serie di opere , sottolineano proprio questo : il cambiamento, il movimento , il fluire delle forme , il loro trasformarsi. I Contenitori ci raccontano ciò che avviene oltre e dopo la morte, il venir ad essere del segno che trascrive e ricorda ciò che resta dei corpi. Ma non solo. Il fluire lo scorrere degli eventi trascritti e raccolti in pochi segni ci presentano la struttura elastica del presente descrivendone la volatilità e l’impermanenza. I Contenitori di Fathi Hassan rappresentano sia il ricordo costante della propria identità nubiana, sia la trascrizione di un fluire costante della coscienza estetica, che ingloba in sé la mutazione fantasmagorica del futuro in un presente infinito.
LE CARTE
Dalla fine degli novanta ad oggi Fathi Hassan inizia a sperimentare un nuovo materiale per le sue opere : la carta. La scelta di abbandonare la tela per passare ad un materiale più leggero ed in un certo senso “effimero” ,poiché più delicato e maggiormente deperibile rispetto alla tela, lo porta ad iniziare una riflessione a ritroso non solo sul significato globale della sua opera, ma anche sull’esecuzione dell’opera stessa, riflettendo sulle pratiche che la realizzano. La superficie fluttuante della carta progressivamente dagli anni ’90 ad oggi, si complica di immagini che narrano in modo serrato di un tempo indivisibile, dove l’immagine non ha più una collocazione storica, ma immobile ed eterna ; il prima ed il dopo, diventano parametri inutili. Fathi Hassan scompagina la composizione delle opere degli anni giovanili , elimina la centralità pacata dei contenitori, lo spazio non è più monocromo, ma le forme , le figure , i volti , i vasi, le antilopi, si dispongono in una superficie affollata di segni, che unifica e trascende la dimensione statica del presente ,proiettandola in un fluire infinito. Le opere ora sono imponenti , i colori forti e decisi : Fathi Hassan , non descrive più singoli oggetti , l’opera come luogo di meditazione, cede il passo ad un’opera che è disvelamento della ricchezza dell’universo , un universo che parla attraverso i suoi segni, i suoi colori , i suoi sogni.
L’arte di Fathi Hassan in queste ultime opere ,non si occupa più di stabilire una gerarchia ed un ordine tra i simboli, i miti , le immagini africane o nubiane o europee , non vuole più ritrovare l’origine ed il fondamento della storia, delle immagini , della scienza ; l’arte di Fathi Hassan ora rivela l’essenza stessa del mondo, il continuo divenire e cambiamento dei segni che diventano perciò espressione attiva del fluire costante dell’Universo.
Si parla spesso di Arte Africana , e certamente Fathi Hassan, è uno dei suoi maggiori e più importanti rappresentanti. Il suo linguaggio estetico è raffinato, coltissimo , capace di destrutturare i segni linguistici trasformandoli in forme pure, perciò universali , comuni a tutti gli individui del pianeta terra. La potenza espressiva consiste nel movimento costante delle forme , delle immagini, dei segni , che nel diventare altro da ciò che erano consentono di trasformare la materia pittorica in attività causativa dell’essere. La potenza espressiva di queste ultimissime opere di Fathi Hassan , consiste nella narrazione di un cambiamento costante della forma che coincide con la trascrizione di un movimento del pensiero che deterritorializza i simboli, per restituirceli nella loro essenza e forma universale.
Marta Massaioli 27 aprile 2021
http://www.fathihassanartist.com
Fathi Hassan
Nato nel 1957 al Cairo, in Egitto
Vive e lavora a Edimburgo, Scozia
Fathi Hassan è un artista nubiano che discende da una famiglia egiziano-sudanese. La costruzione del
L’alta diga di Assuan negli anni ’60 costrinse la sua famiglia ad abbandonare il villaggio nel deserto nubiano e a trasferirsi al Cairo. Questo sradicamento segna l’inizio della diaspora per Fathi Hassan e diventa nucleo fondante la sua opera. La nostalgia del paesaggio nubiano dell’infanzia , dove il deserto incontra il Nilo, è lo sfondo costante della ricerca estetica di Fathi Hassan, declinato in varie forme.
Ricorrono alcuni temi , come la tradizione orale nubiana, il silenzio del deserto
declinati in con tecniche diverse nel corso degli anni. Hassan è un pioniere, ed il primo artista della diaspora africana, ad esporre al di fuori dei padiglioni nazionali alla 43esima edizione
Biennale di Venezia (1988). Nel corso della sua più che quarantennale carriera, ha partecipato ad importanti mostre internazionali, quali la Biennale di Sharjah 15 (2023), il Museo Egizio di Belle Arti
(2016), il Clark Museum di Atlanta (2016), il Williams Museum of Art del Massachusetts (2015), il
Liverpool Bluecoat Arts Centre (2010), 9a Biennale Internazionale del Cairo (2003), Annina Nosei Gallery
(1995) e molti altri.
L’ opera di Fathi Hassan è inclusa in importanti collezioni, tra cui il Victoria & Albert Museum, British Museum, lo Smithsonian National Museum of African Art, il Metropolitan Museum, Sharjah Art Foundation, la Barjeel Foundation, il Beirut Art Center, il Museo Egizio di Belle Arti, il Williams College Museum, Clark Museum, Stanford Museum, Texas Southern University
Museo, la collezione Ferrara Diamanti Palace.
Hassan è considerato uno dei grandi maestri dell’Arte Africana Contemporanea ed è presente in numerose ed importanti antologie critiche , tra le quali ricordiamo African Artisti: From 1882 to Now (Phaidon, 2021) e Lumieres Africaines (Langages du Sud, 2018) e nel manuale Per una Storia dell’Arte Contemporanea Africana a firma di Marta Massaioli, in fase di pubblicazione.
Su di lui hanno scritto , Rose Issa, Achille Bonito Oliva, Maurita Poole, Liliane Karnouk, Kathleen Goncharov, Michael Schmitt, Renato Barilli e molti altri.
Public Collections
Victoria & Albert Museum, London, UK
British Museum, London, UK
Smithsonian National Museum of African Art, Washington DC, USA
Metropolitan Museum, New York, USA
Clark Museum, Atlanta, USA
Stanford Museum, California, USA
Texas Southern University Museum, Texas, USA
Egyptian Museum of Fine Art, Egypt
Sharjah Art Foundation, Sharjah – UAE
UK Government Art Collection, UK
Williams College Museum of Art, Massachusetts, USA
H Foundation, Antananarivo, France
Barjeel Foundation, Sharjah, UAE
Beirut Art Center, Lebanon
Fondazione Fausto Radici, Bergamo, Italy
Collezione Palazzo dei Diamanti, Italy
Flash Art Museum, Trevi, Perugia, Italy
Symphonia S. G. R. Milan, Italy
Rosini Gutman Fondation, Italy
Mmac Marta Massaioli, Italy
Sammlung Scharf-Gerstenberg Collection, Berlin, Germany
Schulting Art Collection, Amsterdam, Netherlands
Rose Issa Projects, London, UK
Chammas Collection, Paris – London, France – UK
Nicoletta Fiorucci foundation , London, UK
Fortress House Foundation, Gibraltar
Solo Exhibitions
2024 Shifting Sands, Sunderland Foundation, Frieze No.9 Cork Street, London, UK
I Can See you Smiling Fatma, Richard Saltoun Gallery, London, UK
Blue Waters, Paris Art Fair, Nil Gallery, Paris, France
2022 Soul Taming (Curated by Najlaa El-Ageli), Sulger-Buel Gallery, London, UK
2021 Soul Taming (Curated by Najlaa El-Ageli), Sulger-Buel Gallery, London, UK
2020 Dream Waves, Zamalek Art Gallery, Cairo, Egypt
2019 Whispers, Lawrie Lawrie Shabibi Gallery, Dubai, UAE
2018 Ml = Ester 33 (curated by R. Gasparelli), Brancaleoni Castle, Piobbico, , Urbino, Italy
2017 Slavery, A.I.C.A, Milan, Italy
2016 Our Language, (Text by Maurita Poole) Egyptian Museum of Fine Art,
The Gesture, Massaioli Fondation, Fabbriano, Italy
Edge of Memory (curated by Maurita Poole) Clark Museum, Atlanta, USA
2015 Migration of Signs (Curated by Maurita Poole) Williams Museum, Massachusetts, USA
2014 The Depth of Hope (curated by Caitlin Doherty) V.C.U., Doha, Qatar
New Grammars, Tribute to Fathi Hassan, Rocca Malatestiana, Fano, Italy
2012 Faces & Voices, John Rylands Museum, Manchester, UK
2011 Signs of Our Times, Rose Issa Projects, Leighton House Museum, London, UK
Haram Aleikum, Notions of Shame, Rose Issa Projects, London, UK
2010 Mashrabia, Contatto Arte And Studio Protecno Architettura, Faenza, Italy
El Muhager, Meeting with Fathi Hassan, Fondazione Balestra E Studio, Fioravanti,
Sorrivoli, Italy
Tasaheel, L’idioma Art Centre, Ascoli Piceno, Italy
2009 Antologica (curated by Valli Cavedagna) Villa Pisani, Stra’, Venezia, Italy
Containers of Light (text by Cecilia Antonini) Andrea Art, Vicenza, Italy
Water the Music Soul, Auditorium Santa Margherita, Venice, Italy
Kenuz (Curated by Milena Grosso), Domus Artis Gallery, Naples, Italy
2007 Fathi Hassan: Selected Works, Skoto Gallery, New York, USA
Safir, Palazzo Ducale, Urbino, Italy
Migration of Dreams (Curated by Oriana Salvucci), Antichi Forni, Macerata, Italy
2006 Italian Dreams, Gasp Gallery, Brookline, Massachusetts, USA
History of Containers, Benciv Art Gallery, Pesaro, Italy
2003 Nile Sand (curated by Francesca Pietracci), Archaeological Museum of Palestrina,
Rome, Italy
9th Cairo International Biennial, Cairo, Egypt
2002 Africamarvel (curated by Ursula E Michael Schmitt), Municipality of Rastatt, Germany
Spirit Matter, Art-Pro-Art (curated by Franz Moratt), Lahr, Germany
Desert Wind, (curated By A. Nosei And F. Pietracci), Palazzo Esposizioni, Rome, Italy
Do Not Fear Indulgence, Spirale Arte, Verona, Italy
1999 El Mersal, Pack Gallery, Milan, Italy
Blessed Africa, Riccione (Rosini), Bergamo (Oprandi) Fano (Una Arte), Italy
1998 Containers of Thought (curated By Ambrogi/ G. Abbondio) Seno Gallery, Milan, Italy
1995 Contenitori Di Memoria (curated By Francesca Pietracci) Annina Nosei Gallery, New
York, USA
1994 Saharian Conflict (curated By Stefania Angrano) Mashrabia Gallery, Cairo, Egypt
1991 Signs of Absence (curated By Luigi Meneghelli), Prisma Gallery, Verona, Italy
1990 If I Gave You My Soul Ten Times (curated By Romana Loda)
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